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Scivimi


Sentirsi vuoti è parte dell’esperienza giovanile, sentisi confusi, affranti e perennemente malinconici, gioire per brevi istanti e morire ogni giorno un po’ di più. A volte la voglia di completarsi deriva dalla mancanza di qualcuno in grado di capire le nostre parole: la maggior parte delle relazioni finiscono perché manca la voglia o l’impegno nel cercare di lasciare per un attimo il proprio linguaggio per parlare la lingua altrui, siamo tutti convinti della nostra identità e delle nostre sensazioni e non ci curiamo troppo, o ci curiamo male, dell’altra identità.

Per far sentire una persona amata bisogna interpretare i suoi momenti di silenzio, il suo modo di parlare e la sua coscienza, senza scavalcare questo muro non si potrà mai amare veramente una persona. Sono due i modi di amare: l’amore per un pezzo del corpo e l’amore per l’unicità del linguaggio.

L’amore del pezzo e trasfigurato, idealizzato, da chi ama, si concentra sul corpo; il secondo riguarda il dare amore nel linguaggio in cui l’altro lo capisce, le affinità nascono dalla comprensione reciproca, se manca la volontà di capirsi nessuna relazione è possibile.

Alla fine ciò che resta dell’amore sono i ricordi.

L’istantaneità ha giovato alle nostre vite, siamo in grado di fare più cose nell’arco di una giornata ma perdiamo spesso in emozioni e sentimenti. Attraverso la scrittura si riescono a percepire tratti fondamentali della persona celati dallo schermo o volontariamente nascosti.

Ricordi. Ricordo di aver trovato, custodita dietro una foto, nel retro della cornice, una lettera scritta da mio Nonno e nascosta gelosamente da mia Nonna. Le intimava, non ancora sposati, di credere ancora nel loro rapporto anche se lui sarebbe dovuto restare per lavoro altri due mesi lontano da casa.

Scrivere una lettera non è mai semplice, è uno sforzo notevole visto il fatto che si vuol trascrivere il nostro linguaggio in modo tale da essere compresi proprio da chi aprirà la busta. Scrivere una lettera significa fare i conti con se stessi, provare a creare un varco tra i vari pensieri contenuti in noi; per alcuni viene più facile, sono le persone timide, quelle che riescono a confidarsi solo per mezzo della scrittura o comunque attraverso una mediazione.

Scrivere una lettera è qualcosa che richiede tempo e capacità creativa, bisogna fermarsi e magari isolarsi per pensare e ascoltarsi, significa comprendersi. Una pratica sempre più rara e più difficile da sviluppare.

Fermatevi ad amare, fermatevi e date tempo a chi amate.

Ogni giorno siamo impegnati in azioni di routine come fare colazione o ascoltare la musica o guardare la tivù eccetera, non sarà complicato ritagliare lo spazio per iniziare a scrivere a chi amiamo.


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