Bisogna scegliere la meraviglia.
- Antonio Santamato
- 8 gen 2017
- Tempo di lettura: 2 min
Ognuno di noi sulla strada della vita, prima o dopo, si trova a fare i conti con se stesso e con la propria coscienza. Ci si sente stupidi a pensare che le cose che un tempo ci rendevano felici, ci facevano piangere, tremare, gioire, oggi non hanno più molto effetto.
Man mano che cresciamo tendiamo a dimenticare ciò che siamo stati, proiettando la nostra figura nel futuro, scordando di guardare le ombre del passato.
Quando un bambino vede piovere chiede “Perché piove?” e tu gli rispondi “Perché c’è bisogno d’acqua!”. Ma non basta lui continua a chiederti «perché» la sua sete di sapere, la sua ricerca della verità, la sua meraviglia, non conosce limiti. Vive nel mondo delle favole, è sempre pronto a imparare, sentire, vedere, domandare, a farsi delle idee e a metterle in pratica.
“Follia e allegrezza, aggiunte alla ragione, spingono a più lunga vita.”
Queste parole di Dario Fo, rendono la forza del concetto.
Dario un personaggio strabordante di vita, non ha smesso di sorridere (e che sorriso!), piangere, dipingere, recitare fino a quando ha potuto, spendendo a pieno ogni granello nella clessidra, che inesorabilmente lascia scorrere la sabbia, sta a noi dare il giusto peso a questo contenuto, dandogli ricchezza. La ricchezza è un concetto vicino al denaro, ma arricchirsi significa tutt’altro. Ci si arricchisce di idee, di meraviglia, di amore; senza levare niente al concetto sacro, io non parlo di amore vittimistico, passivo ma di amore sessuale, come si possono far scorrere i sentimenti senza un sussulto, un fremito, restando paralizzati?
Bisogna viversela la vita. Bisogna lasciarsi smuovere dalla vita, senza smanie di follia ma con lo stesso stupore che ci caratterizzava da bambini.
Grazie per l'attenzione.
Antonio,
otto Gennaio, duemila diciasette
pic by: @antoleosanta

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